Creatività e psicoterapia: quale legame?

La creatività è l’intelligenza che si diverte” (Albert Einstein).
Creatività è un termine molto studiato in tempi abbastanza recenti in campo psicologico a partire da Freud che è stato il primo a tentare una definizione; secondo la sua teoria il meccanismo alla base della creatività sarebbe “la sublimazione”.
Ne hanno dato una definizione anche altri psicoanalisti come Otto Ranking, Melanie Klein, Winnicott, Erickson, studiosi appartenenti alla Psicologia Umanista come Rogers, Maslow, Fromm, teorici della Gestalt come Wertheimer o Psicologi costruttivismi come Piaget e Vygostsky e teorici cognitivisti come Bruner, Guilford, Gardner, Amabile,... .
La creatività è un tratto peculiare della nostra specie che permette di costruire e andare oltre il presente.
Oggi la scuola si pone come obiettivo oltre che l’insegnamento in senso stretto lo sviluppo delle potenzialità creative nei bambini e nei ragazzi ovvero la capacità di pensare autonomamente, stimolando la curiosità verso l’esplorazione e la scoperta del mondo.
Ai tempi di Bruner, negli anni ‘50/‘60, l’educazione incentivava invece le risposte giuste penalizzando le “voci fuori dal coro” che potevano esser sbagliate; in questo modo i ragazzi non avevano il coraggio di azzardare risposte alternative e restavano nel consueto.
Questo non significa che sia necessario penalizzare la logica e la precisione; anzi l’atto creativo emerge da valutazioni ed analisi ben specifiche che saranno poi sottoposte a verifica.
Bruner definiva olistico il pensiero creativo/divergente ed algoritmico il pensiero convergente.
Il grande Bruno Munari, artista, designer e scrittore italiano, in una lezione che fece a Venezia nel 1992 sostiene che la creatività è una abilità che va coltivata “Allenare la creatività... si fa con la sperimentazione. La creatività opera nella memoria, come la fantasia e l'invenzione... più dati ci sono e più si possono fare collegamenti […] io mi preoccupo sempre che un giocattolo possa essere manipolato dal bambino, non deve essere solo da guardare”.
Gianni Rodari vede la creatività come l’espressione della manipolazione della realtà per inventare nuove storie e realizzare progetti.
L’educatore è per lui “animatore, un promotore di creatività” ed il suo compito è di fornire strumenti utili per sviluppare questa abilità.
La creatività rende liberi per Rodari: “la creatività è insita nella natura umana ed è quindi alla portata di tutti. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo” (dal libro ”La grammatica della fantasia”).
Dando queste ambiziose basi si auspica un processo di apprendimento complesso che si svilupperà per tutto l’arco della vita, “lifelong learning”.
Creatività si riferisce quindi al pensiero intuitivo ed associativo che ha come caratteristica principale la flessibilità.
Il pensiero creativo è generativo, scopre soluzioni alternative e sviluppa nuove idee.
J. P. Guilford (1967) vede una stretta connessione tra quest’ultima e il “pensiero divergente”: un modo di pensare caratterizzato da fluidità e flessibilità del pensiero che riesce ad astrarsi dal pensiero ordinario dando nuove soluzioni ed interpretazioni alternative.
Il pensiero divergente è anche detto lateral thinking  (pensiero laterale), un tipo di pensiero istintivo che non segue le regole della logica e riesce a creare libere associazioni. 
Il pensiero convergente sarebbe invece la soluzione unica e logica, convenzionale.
Un elevato Quoziente Intellettivo non presuppone di per sè un alto livello di creatività; la creatività dal canto suo è sempre associata ad un alto livello cognitivo.
Secondo la US Patent Office (Simonton, 2012) che approva i diritti di proprietà intellettuale per prodotti ed idee innovativi tre criteri sono alla base della creatività:
1) Originalità
2) Utilità 
3) Sorpresa.
Come si collega la creatività con il lavoro dello psicoterapeuta?
Il terapeuta deve utilizzare la sua creatività assieme alle altre sue abilità come lo studio e la professionalità e le capacità relazionali, empatiche,... al fine di aiutare la persona che ha davanti a pensare a modi alternativi di vivere la propria vita, Sempre ponendo attenzione nel creare storie “plausibili” e “coerenti”  (GM Manfrida) e “non neutre” (Berger e Luckmann) ma volte a modificare la realtà.

Riferimenti Bibliografici:
Bruner S.J., The process of education, Harvard University Press, MA1960; tr it Il processo educativo. Dopo Dewey, Armando, Roma, 1966.
Guilford, J.P., La Creatività, in Beaudot A. (a cura di) Beaudot A., La Creatività, Loescher, Torino, 1977.
Guilford J.P., Creativity, “American Psychologist” 5; 444-454 (1950).
Manfrida, G.M., La narrazione psicoterapeutica. Invenzione, persuasione e tecniche retoriche in terapia Relazionale, Franco Angeli, Milano, 2014.
Munari, B. Venezia 1992, Fantasia http://youtu.be/yZqE8h3hPPk
Rodari G., Grammatica della Fantasia, Giulio Einaudi Editore, Torino,1973.
Simonton, D.K., Creative productivity: A predictive and explanatory model of carrier trajectories and landmarks, “Psychological Review”,104, 66-89, 1997.
Simonton, D.K., Origins of genius: Darwinian perspectives on creativity, creativity, Oxford University Press, NY, 1999.
Simonton, D.K., Taking the U.S Patent Office Criteria Seriously: A qualitative Three-Criterion Creativity Definitions and its Implications, “Creativity Research Journal”, v24 n2-3 p97-106. (2012).

A cura della dottoressa Martina Perini 





 
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